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lunedì 26 gennaio 2015





GIOVANNI BERIO
in arte LIGUSTRO

Si svolgerà presso la sala convegni della Biblioteca Civica “Leonardo Lagorio” di Imperia, con il patrocinio della Fondazione Italia Giappone e della Fondazione Mario Novaro, la presentazione delle opere dell’artista Giovanni Berio in arte LIGUSTRO e della sua importante donazione alla città di Imperia. 

La donazione consiste in circa 4000 legni incisi, circa 2000 libri d’arte e di letteratura italiana, giapponese, cinese ed araba, circa 20 faldoni di corrispondenza con illustri esponenti di fama internazionale, varie calligrafie giapponesi, l’archivio completo di una vita artistica e varie opere d’arte personali e di altri autori.

Nel corso dell’incontro verrà presentata la stampa surimono appositamente realizzata per l’occasione.

 Francesco Berio


sabato 10 gennaio 2015

PROPOSTA EDITORIALE GRANO NEL DESERTO

PROPOSTA EDITORIALE GRANO NEL DESERTO



Un mattino dell'aprile 1946, viaggiando tra le montagne della Valle Susa, pensavo alla tragedia della guerra da poco terminata. Sul mio cammino se ne scorgevano, uno dopo l'altro, i segni.

Mentre il treno si avvicinava al paese dove lavoravo, stavo meditando sul triste destino dell'umanità e consideravo che non sarebbe passato molto, venti – trenta anni al massimo, poi le rinnovate energie dell'uomo si sarebbero nuovamente scaricate in una nuova, gigantesca tragedia.

Possibile non poter indirizzare le forze e l'intelligenza umana verso una grande opera di pace, verso qualcosa di fecondo, qualcosa che potesse dare frutti, sia pure con soddisfazione del desiderio di avventura e di ignoto che muove i nostri animi primitivi ?
Perché mi ero reso conto che gli uomini amano la guerra, che è bello marciare insieme cantando, tirare al bersaglio sui propri simili, andare verso l'ignoto, rischiare la morte ogni minuto.
Pensai che qualunque impresa umana, anche costosissima, anche pazzesca, sarebbe stata meglio che un'altra guerra, l'integrale bonifica del Sahara, per esempio !

Quell'idea divenne, per me, un'ossessione, pensai di farne partecipi gli altri, con i mezzi a mia disposizione.

Pensai di scrivere un romanzo in cui si esaltasse il lavoro umano, immaginando un mondo che, pur tra lotte e passioni, avesse una meta davanti a sé, degli ideali degni, tali da giustificare una vita e tutti i sacrifici necessari per realizzarla.

Immaginai, così, un rozzo bracciante siciliano, Valente, dagli eventi sbattuto nel cuore del Sahara deserto, attorno ad una trivella che cerca l'acqua a enorme profondità nel sottosuolo.
Aridi come il deserto sono i cuori degli operai di ogni nazionalità che lavorano attorno alla trivella, le loro passioni sono violente

Nel mio lavoro, che vide la luce undici anni dopo, nel 1957, edito da Cappelli di Bologna, sotto gli auspici di Bonaventura Tecchi,una ribaltella della copertina dice:

L'Autore immagina come in atto una gigantesca opera di bonifica del Sahara, e in essa inserisce l'emozionante vicenda di un giovane emigrante siciliano, tenace, coraggioso, capace di superare difficoltà naturali e ostilità umane.
Egli esce vittorioso da drammatiche vicende, si fissa sul terreno fertilizzato dall'acqua, resiste a una dura vita di pioniere in una fattoria da lui creata, prima solo con la sua donna, poi con la famiglia cresciuta e giunge a tarda età come un biblico patriarca sulla terra da lui redenta, resa fertile e ricca dal suo lavoro e dal lavoro dei figli e nipoti, che lo venerano.
Il racconto è affascinante per il colore dell'ambiente, reso con esperto realismo e per il senso di forza virile, di vigore morale che lo ispira.

Discreto fu il numero delle copie vendute, soddisfacente quello delle recensioni, in gran parte dovute all'amicizia del grande scrittore ormai da anni scomparso.

A quasi sessant'anni di distanza, l'auspicio già allora non proprio utopistico, sta diventando oggi di stretta attualità come elemento di rottura nei confronti di una mentalità sempre più corrotta, rotolante come una insensibile frana, verso il baratro con cui la metastasi del terrorismo islamita ha iniziato la terza guerra mondiale.

Nelle intenzioni dell'autore, evidenziando il ricordo dell'esempio di San Francesco che tentò il primo colloquio col Saladino, come già per altri errori storici, noi, la cristianità, (religiosa e laica), dovremo solennemente riconoscere i difetti di una storia secolare ed iniziare una CROCIATA DI PACE al di fuori e nel rispetto delle diverse interpretazioni del monoteismo, con grandi opere come quella ipotizzata nel mio vecchio lavoro che vorrebbe suscitare una sia pur sottile fiammella, capace forse di alimentare un grande calore di rivolta verso un sistema di abominevole lassismo che è la causa scatenante dei furori dei poveri individui incapaci di uscire dalla preistoria.

Ma ci vuole un importante editore che sappia fare propri questi sentimenti e voglia diffondere queste aspettative. Mentre è in preparazione l'edizione francese ( Blé dans le désert ) che tende a fare dei due popoli latini il fulcro della rinascita dell'Africa Sahariana, qualcheduno, EBBENE, SI FACCIA AVANTI !
ENRICO BERIO e.berio@alice.it

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