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domenica 10 novembre 2013

Ventimiglia Francesco Biamonti

Ventimiglia

Albium Intemelium è il nome dell’antico insediamento degli Intemeli, la tribù guerriera ligure che dominò la città fino al 180 a.C., quando giunsero i Romani e la conquistarono; il nome mutò in Albintimilium e si costruì un Castrum che avrebbe avuto grande importanza in quanto vicino alla via Julia Augusta, strada principale d’epoca romana nella regione (Di questo periodo testimonianza più importante è il teatro romano (II secolo a.C.) le cui rovine sorgono vicinissime alla Via Aurelia, appena fuori l’abitato). A causa delle invasioni barbariche e soprattutto delle incursioni di pirati gli abitanti di Ventimiglia trasferirono il nucleo abitato in posizione difensiva, arroccato sulla collina sopra il mare. Nell’XI secolo i Conti di Ventimiglia estendevano il proprio dominio su un territorio di vaste proporzioni e fu proprio durante il periodo feudale che Ventimiglia si espanse; si costruì una cinta di mura fortificate all’interno delle quali, in cima al colle, sorgevano la dimora dei Conti, il Palazzo Vescovile e la Cattedrale (il maniero fece posto successivamente al convento delle Canonichesse Lateranensi). Nel 1261 Ventimiglia venne spartita fra le nobili famiglie, con il trattato di Aix en Provence e in ultimo passò definitivamente a Genova. Dunque una visita alla città alta è vivamente consigliata; là tra i ripidi e stretti carruggi all’ombra delle case-torri assaporerete tutto il fascino di un passato che tuttora sopravvive all’incalzante modernità. A volte il "pittoresco" si confonde con il degrado, ma questo è un problema che affligge numerosi borghi della Liguria e non spetta a noi risolvere. Piuttosto sappiate che la Cattedrale del secolo XI fu eretta su una precedente struttura, risalente al IX e X secolo; la stessa cosa è avvenuta per il vicino battistero anch’esso fondato su un edificio preesistente. Gli amanti dell’architettura romanica non dovrebbero mancare di visitare la chiesa di S. Michele con la sottostante cripta. E ancora perdetevi tra le vecchie vie alla ricerca della cosiddetta architettura minore: archetti, sottopassi, edicole religiose, fregi vi sveleranno l’anima più antica e dimenticata di Ventimiglia.

L’inquisizione a Ventimiglia
Nei secoli passati le accuse di eresia e di stregoneria erano piuttosto comuni; la Diocesi di Ventimiglia disponeva di vari inquisitori incaricati di presiedere a molti processi frutto di un mondo in cui sospetti, superstizione e ignoranza si mescolavano in un clima di profondo oscurantismo. Ecco alcuni casi particolarmente eclatanti documentati dagli atti processuali tuttora conservati. Nella vicina Vallebona tale Francesco Pallanca fu accusato di eresia per aver semplicemente detto che Papa Urbano VIII divideva il mondo cristiano. A Triora invece nel 1587 si diede vita a uno dei famosi e più drammatici processi per stregoneria che vide coinvolte tantissime donne innocenti vittime dei pregiudizi e di una serie di coincidenze sfavorevoli (il caso di Triora è trattato specificatamente nel libro dedicato all’Entroterra di Imperia).

Ancora a Camporosso nel 1638 si registra il caso di Caterina Molinari, sottoposta a tortura perché confessasse la sua natura diabolica. Nel borgo di montagna di Montalto Ligure si ricorda il caso di Giovanni Rodi la cui casa venne prima perquisita e successivamente sequestrata. L’uomo fu processato perché trovato in possesso di vari libri proibiti (gli stessi compaesani del Rodi suffragarono l’accusa testimoniando contro lo stesso, definito mago, incantatore e negromante) e, anche se negli atti non c’è traccia, è probabile che l’accusato sia stato giustiziato sulla pubblica piazza. La Diocesi di Ventimiglia inoltre instaurò diversi processi a causa delle diverse "eresie" che facilmente arrivavano dalla vicina Francia.


Il cantore di Liguria, Francesco Biamonti
Abitava a San Biagio della Cima, vicino a Ventimiglia, dove era nato nel 1913, il cantore di Liguria, al secolo lo scrittore Francesco Biamonti. Era il 1983 quando balzò alla ribalta della critica e del pubblico con il romanzo "L’angelo di Avrigue"; da allora i riconoscimenti si susseguirono, ma lui, schivo e discreto, da autentico ligure, aveva continuato a vivere in un paesino coltivando mimose, rifuggendo la notorietà. La notte non era difficile incontrarlo nei locali notturni della vicina Francia, là dove si intrecciano storie di vita vera, incredibili e a volte disperate. Altri suoi lavori sono "Vento largo", "Attesa sul mare", "Le parole", "La notte".

Si é spento il 17 ottobre 2001, Francesco Biamonti, nella sua casa natale, portando con s챕 la bellezza e la poesia di una letteratura "metafisica" che parlava di lui e della sua terra.

I Balzi Rossi
È tra Grimaldi e Ventimiglia che in un’imponente parte di calcare dolomitico del giurassico, si aprono le spettacolari grotte dei Balzi Rossi, testimonianze tra le più importanti del periodo paleolitico. Il colore delle rocce è dovuto alla presenza di minerali di ferro ossidato; complessivamente sono nove caverne nelle quali sono stati rinvenuti utensili, ossa, corredi funebri, resti di animali e incisioni risalenti a 240 mila anni fa (un esempio è l’osso iliaco appartenuto a una donna ritrovato nella grotta del Principe). Le due grotte attualmente visitabili sono quella del Florestano, del Caviglione e il Riparo Mochi; a completamento del tour c’è poi l’annesso Museo che raccoglie tutti i reperti catalogati nel tempo.

I giardini Hanbury
I giardini di Villa Hanbury sono una tappa d’obbligo per tutti gli amanti della natura e delle varietà del mondo vegetale che qui vedrete perfettamente adattate grazie alla particolarità del microclima; si va dalla macchia mediterranea alle rari specie appartenenti a terre esotiche. La cura dei giardini che si estendono sul promontorio della Mortola è affidata all’Istituto di Botanica dell’Università di Genova; furono fondati nel 1867 da Lord Hanbury e vantano una superficie di 182 mila mq. con 3.500 specie presenti.

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