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giovedì 20 dicembre 2012

Maurizio Berio e Battistina Oneglio in Berio

MAURIZIO BERIO 
e
BATTISTINA ONEGLIO IN BERIO


1785 - 26 luglio.
Maurizio Berio é ancora ragazzo quando i sudditi dell’isolata enclave sabauda di Oneglia, raggiungibile solo a dorso di mulo, assistono alla solenne cerimonia per la posa della prima pietra del nuovo Ospedale fatto costruire dal munifico e ingenuo, giovane re Vittorio Amedeo III, succube di cortigiani tanto incapaci quanto vanagloriosi del loro ceto aristocratico e delle passate vittorie militari al tempo di Carlo Emanuele III.

L’ Ospedale sorse tra gli orti a nord della città, oltre il Borgo dell’ Olmo, di fronte alla chiesa di San Giacinto dove nell’aprile 1744 si erano accampati i seimila soldati savoiardi, sbarcati sulla spiaggia da 33 barchi bestia e fuggiti da Villafranca di Nizza, occupata dagli spagnoli nel corso delle tradizionali Guerre di Successione alla morte dell’Imperatore Carlo VI.

Il Borgo dell’ Olmo é memoria dell’antico albero sotto cui i “liberi homines” costituirono la loro Comunitas: lontano dalle mura dal Castelvecchio dei Doria (Castelum Unelliae) e dalle mura che i Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni avevano eretto sulla Ripa Unelliae (futura Oneglia) a difesa della loro chiesetta.


1787 -12 ottobre
Maurizio Berio é ormai considerato adulto quando Oneglia si veste a lutto per la morte di Maria Pellegrina Amoretti, prima donna in Europa ad essere laureata in Giurisprudenza.

L’ Amoretti si era laureata all’ Università di Pavia nel 1777 perché quella Sabauda l’aveva rifiutata in quanto donna.

A lei il Parini dedicò l’ode “La Laurea”-“...se non che Oneglia altrice nel fertil suolo di palladi ulivi, alza ai trionfi tuoi gridi giulivi e fortunata dice: dopo il gran Doria a cui died’io la culla è il mio secondo sol questa fanciulla.”

A Pavia il 29 ottobre 2010 è stato presentato un libro a lei dedicato: “L’UNIVERSITÀ’ E LA RAGAZZA - La verità sulla prima laurea in Legge in Europa ottenuta da una donna - Maria Pellegrina Amoretti. Pavia 1777.”

1789 - 14 luglio
Nel sonnacchioso principato di Oneglia ci si rende conto che qualcosa di straordinario sta avvenendo in Francia quando una marea crescente di profughi lo invade.

Sono nobili, preti, frati e suore in fuga dalla Rivoluzione che capovolge il millenario assetto della piramide sociale fino allora conosciuta.

1792 - luglio
Quell’anno gli onegliesi subiranno gli effetti della faziosità dei monarchici dopo che la flotta francese, ancorata davanti ad Oneglia, ebbe inviato una lancia a parlamentare per chiedere la resa all’enclave sabauda.

Un gruppo di scalmanati aizzati dal canonico Borra fece fuoco a tradimento sul parlamentare disarmato e lo uccise.

L’ammiraglio Truguet ordinò la rappresaglia e fece bombardare Oneglia per ore, mentre gli abitanti fuggivano sulle colline.

La mattina dopo mille sanculotti sbarcarono e saccheggiarono Oneglia per una settimana distruggendo le merci in tutti i magazzini, poi prima di salpare alla volta della Sardegna sabauda appiccarono il fuoco ai quattro angoli della città che bruciò per giorni.

1794 - Aprile
Oneglia aveva ancora le case scoperchiate, le rovine e le ceneri del 1792 quando si seppe dell’arrivo dei sanculotti del generale Massena a Porto Maurizio.

Maurizio ormai sposato con Battistina Oneglio, incinta di Lorenzo, fugge assieme all’intera popolazione onegliese cercando rifugio alle Cascine (le piccole case di legno tra gli orti e uliveti di Capo Berta), ma i proprietari anche loro profughi li rifiutano ( il console genovese Ricardi sfolla a Diano Serreta) e devono proseguire per Diano, in territorio genovese.

Sugli Onegliesi in fuga pesano secoli di contrasti per le “battagliole” contro la vicina Portomaurizio; per i mitici taglieggiamenti del bandito capitale Bastian Contrario al soldo dei Savoia; per il saccheggio di Pieve di Teco, le cui donne furono violentate per tre giorni dalle truppe di Carlo Emanuele I° quando nel 1625 non avendo potuto conquistare Genova si sfogò contro la Riviera di Ponente; per l’assalto di undici anni prima di 400 onegliesi armatisi per scacciare i pastori liguri dalle “sciorte” della Viozena e per il recente furto della mandrie di Cosio al passaggio dell’esercito sabaudo.

Quell'anno ogni giorno transitavano nei paesi liguri centinaia e centinaia di profughi, uomini, donne, bambini, nobili e plebei, sani e malati, ma solo i malati e gli sfiniti vi potevano pernottare. Anche personaggi illustri come il Rettore del Collegio e il Parroco di Oneglia furono scacciati dopo tre giorni di permanenza stante l’Ordinanza della Superba Repubblica di Genova che, timorosa dei francesi si era dichiarata neutrale.

22 aprile 1794
I sanculotti scesero da Sant' Agata dall'attuale Via dei francesi e non commisero le turpitudini che si temevano” scrive il Botta.

Robespierre il giovane, commissario politico al seguito di Filippo Buonarroti (nominato il 3 fiorile 1794 Agente Nazionale Rivoluzionario per il dipartimento di Oneglia, comprendente i territori conquistati da Mentone con i marchesati di Dolceacqua, Ormea , Garessio, Viozene, Stellanello Merula e Loano) relaziona: “Dappertutto noi siamo preceduti dal terrore gli emigrati (nobili e preti) hanno diffuso la voce che noi sgozziamo e mangiamo i bambini, che distruggiamo la religione...”.

Il marchese Gerolamo Serra nelle sue Memorie racconta: “ Era l’esercito di Massena di 16 mila uomini, tutti risoluti e fanatici della promessa libertà e tutti squallidi e smunti per le durate fatiche e la mancanza di vettovaglie. Si chiusero officine e botteghe e si fece solitudine . Ovunque si udivano i tamburi di quella gente temuta e misera.

Ma vedendola poi raccolta e quasi tanto modesta che pareano non già giacobini ma monaci e frati, la confidenza tosto rinacque e accorrevano le genti al loro passaggio, com’erano usate accorrere alle processioni...Lo stesso Massena, accusato poi di rapacità, fu visto in una locanda di Porto Maurizio contentarsi per tutta cena di pane e cacio e la vanguardia di lui, entrando in Oneglia, città inimica, rispettò le cose sacre e si astenne eziandio dalle private.” Eppure il generale Massena nelle sue Memorie ammette che “Oneglia fu saccheggiata ma per colpa degli abitanti che avevano abbandonato le case vuote”.

A Porto Maurizio i giacobini cantano in dialetto: “ Frei du Portu, all’armi all’armi / nu vu’èmu ciù eccellensa / nè parrùcche e baldachèn / d’i scignù’i, porchi e grassi / a’a Lanterna a derligà...”(la lanterna era usata da gogna).

Ad Oneglia fu esportata la Democrazia per cui riconoscendo nel Clero cattolico un alleato della Tirannia furono proibite le funzioni religiose. Il vicario Amoretti si adattò a celebrare la messa in segreto in una stanza del Comune, poiché la parrocchiale di San Giovanni era stata adibita ad Ospedale per l’epidemia di tifo.

Lo scrivente ricorda che nel 1950 in via San Giovanni, negli scavi per il passaggio di una tubazione, furono dissepolti numerosigli scheletri di quei soldati francesi.

Prima ancora che Napoleone vietasse di seppellire i morti nelle chiese si scelse un primo luogo cimiteriale alla "Rabina" un centinaio di metri dopo la Torre di San'Elmo. Una petizione in tal senso fu sottoscritta poiché le chiese di Diano furono chiuse per il fetore dei cadaveri e per l'epidamia essi venivano gettati in fosse comuni e lasciati in pasto alle fiere.

Contro la propaganda clerical-monarchica il Buonarroti accusò il curato di Dolceacqua di aver sobillato la popolazione e fece arrestare e processare i preti recidivi di Porto Maurizio, Stellanello, Ormea, Cesio e Gazzelli.

Sulle piazze delle chiese furono eretti gli alberi della Libertà attorno a cui si ballava “la carmagnola”.

I cittadini, non più sudditi, dovevano ostentare la coccarda rivoluzionaria e praticare i valori di Libertà Uguaglianza e Fraternità.

Fu fatto il censimento dei Ricchi e dei Poveri. e a questi ultimi distribuite razioni giornaliere di grano.

Furono confiscate le proprietà degli emigrati e Buonarroti distribuì ai contadini le terre del marchese di Balestrino fuggito in Piemonte ( ma suddito genovese).

Per questa errata attribuzione di nazionalità, il Buonarroti fu arrestato a Sarola dove viveva con la convivente Teresa Poggi e imprigionato a Parigi con Babeuf. Assieme posero le basi del Comunismo Internazionale con quella associazione che fu definita la Congiura Degli Uguali.

Furono fortunati i miei progenitori, a trovare una casa ospitale nel dianese, infatti Battistina diede alla luce il figlio Lorenzo a Diano Marina l’8/11/1794.

A Diano Marina Maurizio, Battistina e il piccolo Lorenzo, vi resteranno a lungo poiché la situazione in Oneglia diventa sempre più grave, nel 1794 e 1795 all’occupazione francese e alle guerre si era aggiunta l'epidemia di tifo.

Le fazioni scatenano liti, insulti, violenze tafferugli, uccisioni e guerre sanguinose.

Maurizio rimase coinvolto in queste guerre perché da una parte e dall’altra si arruolavano soldati per sopraffarsi. Maurizio non arriverà a vedere il 1813, anno del matrimonio del figlio Lorenzo sposatosi a 19 anni con Marietta Moirano in una Oneglia ancora sotto l’occupazione francese.

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